Tra gli strumenti a percussione Mersenne effettua una ampia descrizione dei vari tamburi esistenti all’epoca.

Inizia con quelli che chiama Tympana Gallica e che sono sostanzialmente dei cilindri di legno con le pelli alle estremità.

Le pelli sono tenute tese da dei legacci in corda che agiscono da tenditori, in quanto la pelle tende ad assorbire l’umidità e quindi a non essere mai tesa.

Questi tamburi sono tenuti agganciati al corpo e sono percossi da bacchette di legno.

Attualmente se ne vedono di simili nelle rappresentazioni storiche come ad esempio il Palio di Siena.

Vengono descritti anche i tamburi turchi, fatti per essere portati e suonati a cavallo.

Sono tamburi con un fondo a coppa, normalmente a coppie in modo da essere posizionati su entrambi i lati del cavaliere.

Possono avere dimensioni diverse in modo da poter produrre due suoni distinti così da poter scandire i vari ritmi.

Ovviamente anche Praetorius ritrrae questi tamburi

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